Prime Esperienze
La tentazione elegante
di 21046
20.12.2024 |
1.235 |
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"Lei, però, non mi lascia troppo spazio per il disagio..."
lilli1972 e Fede un racconto fantasioso sensuale e romantico…(grazie lilli1972)Suona la sveglia! Sono le 5:30. Mi alzo dal letto, bacio mio marito e dopo esser passata a salutare i bambini corro in sala a prepararmi. Fortunatamente, sono previdente: i vestiti li ho già scelti ieri sera. Non ho molta voglia del meeting, ma so che sarà un’occasione per vivere una giornata in cui non sono solo moglie e mamma. Dopo una doccia veloce, mi vesto: un bel vestito in lana con scollo a V nero e gonna a pied-de-poule bianco e nero. Indosso calze autoreggenti nere velate e stivali neri con tacco alto. L’intimo è rigorosamente nero: una brasiliana e un reggiseno a balconcino in pizzo. Per spezzare il look, un cappotto rosso e la mia 24 ore di pelle nera. Il trucco è leggero, quasi impercettibile, con un accento sulle labbra. Mi sento bella, forte, decisa. Sono pronta ad affrontare questa giornata.
Arrivo in stazione presto, fa un freddo cane. Stranamente, il treno è in orario e, finalmente, si calma la tensione di non arrivare in ritardo. Durante il viaggio, ripeto nella mia mente la presentazione: è passato molto tempo dall’ultima volta che ho parlato in pubblico, ma questa volta non posso fallire.
Arrivo alla sede della LIUC a Castellanza, un luogo elegante, giovane, ricco di energia. Appena entro, sento quell’atmosfera che solo l’università sa trasmettere. I ricordi tornano tutti insieme, è bello rivivere queste emozioni. Alla reception, chiedo informazioni su dove si terrà il meeting. Mi accompagnano direttamente in aula magna. Il cuore inizia a battere forte, l’ansia sale. Inavvertitamente, urto una signora mentre cammino. I miei documenti volano in aria. Lei si gira, mi guarda, come cercando di capire cosa sia successo. Mi inginocchio per raccogliere i fogli e lei mi porge la mano, dicendo: "Prego, dottoressa, la aiuto". Rimango sorpresa da tanta gentilezza. Per un attimo, il tempo sembra fermarsi. I suoi occhi, di un grigio-verde ipnotico, mi catturano. La sua pelle è vellutata, morbida, e il suo profumo mi avvolge delicatamente. Mi sveglio dal mio incanto, guardo la mano che mi offre, la prendo, la ringrazio e mi rialzo. Quando mi allontano, le nostre mani quasi si sfiorano.
Mentre continuo a camminare verso l’aula magna, non riesco a smettere di pensare a quella donna, alla sua calma, alla sua energia. Arrivo dietro al palco, mi concentro di nuovo: devo parlare davanti a tanti colleghi. Prima di me ci sono medici, avvocati, esperti internazionali. Finalmente, un addetto ai lavori mi dice: "Prego, è il suo turno". Prima di salire, mi guardo allo specchio, mi sistemo i capelli, do un’ultima occhiata al vestito, prendo la mia cartelletta e salgo sul palco. Le luci sono abbaglianti, quasi fatico a vedere, ma una volta adattati gli occhi, mi muovo liberamente. Finalmente sono davanti all'assemblea, che non mi aspettavo così numerosa.
Inizio a parlare del tema per cui sono stata invitata. La presentazione procede bene, ma, come spesso accade, dopo un po' la gente smette di ascoltare. I ragazzi in prima fila mi guardano con aria distratta, cercando di sbirciarmi sotto la gonna. Mi allontano dal bordo del palco, ma la loro attenzione è ormai altrove. Alcuni guardano il telefono, e un senso di frustrazione cresce dentro di me. L’entusiasmo cala, la mia voce perde di forza, ma non lo lascio vedere. Faccio del mio meglio per mantenere il controllo.
Proprio mentre mi sento abbattuta, incrocio lo sguardo della donna con gli occhi grigio-verde, quella che mi aveva aiutato poco prima. È seduta a metà stanza e mi guarda attentamente. Ha un’aria affascinante, quasi sensuale. Ogni tanto si sposta i capelli che le cadono sul viso e prende appunti con una penna, come se fosse davvero presa da quello che sto dicendo. Indossa un vestito blu.
Riprendo la presentazione, cercando di non farmi distrarre. Quando finisco, il presentatore mi ringrazia e chiede se ci sono domande. Mi preparo a voltarmi e ringraziare, ma lui aggiunge: "Abbiamo una domanda, dottoressa". Mi giro, sorpresa, e vedo quella stessa donna con l’abito blu che si alza e cammina con un’eleganza disarmante verso il bordo del palco. Il suo movimento è fluido, sensuale, da star. Tutti gli occhi sono su di lei, non con curiosità, ma con ammirazione.
"Buongiorno dottoressa, prima di tutto complimenti per la sua relazione", dice, con voce profonda. Annuisco e sorrido, sentendo il calore delle sue parole. Mi accorgo di essere un po’ rossa in viso. "Volevo chiederle una precisazione sul passaggio generazionale", continua. Mi sorprendo: ha capito perfettamente il cuore del mio intervento. "Non vorrei rubare altro tempo al meeting, perché potrei parlarle per giorni", rispondo, cercando di mantenere la calma, mentre continuo a rispondere alla sua domanda.
Mentre rispondo, noto che lei mi guarda di nuovo con uno sguardo che mi sembra quasi malizioso. Ma sarà solo una mia impressione. Poi, mi rendo conto che sono proprio sul bordo del palco, e forse ha visto qualcosa che non doveva. Divento ancora più rossa, sentendo l’imbarazzo salire in me. Ma il momento è passato, e con un sorriso, continuo la mia risposta.
Torno dietro le quinte e faccio un lungo respiro, finalmente posso rilassarmi un po' e godermi il resto della giornata. È il momento del coffee break, e sento il desiderio di cercare quella donna, ringraziarla per quel gesto di gentilezza che mi ha colpito tanto. La vedo al bancone del caffè, la riconosco subito dal suo vestito blu. Mi avvicino, ma proprio in quel momento mi squilla il telefono. È mio marito, insieme ai bambini. Devo rispondere.
Mi allontano un po' e mi dirigo verso il giardino per avere un po' di privacy. Rispondo ai saluti dei ragazzi e sento la voce di Paolo, ma, mentre parlo con loro, mi rendo conto che la mia mente è altrove. Non posso fare a meno di pensare a quella donna. Ma che mi sta succedendo? Mi chiedo. Quella donna mi ha affascinato, ho il desiderio di parlarle di nuovo, di sentire il suo profumo, di toccare la sua pelle. Non ho mai avuto una relazione con una donna, in passato un bacio innocente sì, ma nulla di più. Eppure, qualcosa di diverso, di intenso, mi attrae in lei.
La chiamata finisce, e con essa anche la pausa. Torno in aula, e mentre mi sposto per trovare il mio posto, cerco di mettermi vicino a lei. Quando entro, però, scopro che non è ancora tornata. Rimango delusa, come se una parte di me fosse rimasta vuota. Gli altri interventi non li seguo più con la stessa attenzione. La mia mente è completamente concentrata su di lei, mi chiedo dove possa essere andata, cosa stia facendo. Perché non è rientrata?
Il resto della giornata scivola via tra interventi e relazioni noiose. Il meeting sta per concludersi, con una cena a buffet prevista alla fine. Non so se fermarmi o meno, la stanchezza si fa sentire. Ogni tanto scambio qualche parola con un collega, ma è come se fossi assente, la mente altrove. Continuo a girare lo sguardo, sperando di incrociare di nuovo quella donna misteriosa.
Gli interventi finiscono e alcuni ospiti iniziano a lasciare il meeting per vari motivi. La sala si svuota lentamente e, anche io, comincio a essere incline a tornare a casa. "Sì, dai, tornerò a casa, a fare la mamma," penso tra me e me. Mi metto il cappotto e mi preparo ad uscire. Faccio due passi, poi, quasi involontariamente, mi volto per dare un’ultima occhiata, sperando di vederla. Ma nulla.
Esco nell'aria fredda del parco dell’università. C'è una leggera nebbia che avvolge tutto. La mia mente smette finalmente di fantasticare su di lei, quando, all'improvviso, il vento mi porta un profumo inconfondibile. Mi sfiora i capelli, mi fa alzare lo sguardo, e, a qualche metro da me, la vedo. È lei, ne sono certa. Quel profumo mi ha guidata fino a lei. Mi sento rinascere in un istante, un sorriso mi si apre sul viso e il cuore inizia a battere all’impazzata.
Lei è ferma in mezzo al vialetto, al telefono. La luce del lampione la illumina, creando un’atmosfera surreale, come se fosse una scena di un film thriller. Rallento il passo, ma subito lei chiude la chiamata e mi fissa intensamente. Siamo a pochi passi l'una dall'altra. "Piacere, Lilli," dice, allungandomi la mano.
Il mio cuore batte forte, come se stesse cercando di uscire dal petto cosa che non avevo mai provato prima con una donna, rispondo con un sorriso imbarazzato: "Piacere, mio Fede," mentre stringo la sua mano. Questa volta la stretta è forte, decisa, ma la delicatezza delle sue mani rimane immutata. È una donna estremamente curata, di gran classe.
"Beviamo qualcosa insieme?" mi chiede Lilli, e la sorpresa mi coglie di sorpresa. "Certo," rispondo, ma lei, con un sorriso malizioso, aggiunge: "Non stavi andando via?"
Mi sento diventare paonazza in viso, balbettando: "Eh, sì, è certo… però un aperitivo fa sempre piacere."
Lilli sorride e, con una scintilla nei suoi occhi, mi dice: "Andiamo, conosco io un bel posto." In qualche modo, mi sono salvata. Camminiamo insieme, e mentre ci allontaniamo, trovo il coraggio di dirle: "Grazie per avermi ascoltato questa mattina e per avermi fatto quella domanda."
Lilli sorride, il suo sguardo è intenso, e risponde: "Sei stata davvero brava, mi hai ricordato me qualche anno fa. Piena di entusiasmo, con la voglia di realizzarmi e diventare qualcuna." La sua gentilezza mi fa arrossire. "Grazie," rispondo, colpita dalle sue parole.
Poi continua: "Mi è piaciuto molto quello che hai descritto, ma soprattutto il modo in cui tenevi il palco. Molto elegante."
Non posso fare a meno di arrossire, abbasso lo sguardo e, con una voce timida, rispondo: "Grazie."
Lilli, con un sorriso enigmatico, dice: "Hai anche buon gusto in materia di vestiti. Complimenti. Anche sotto la gonna."
A quelle parole, sprofondo nell’imbarazzo. So che, da sotto il palco, qualcosa si vedeva. Ma Lilli, con un sorriso che smorza la tensione, aggiunge: "Tranquilla, si vedeva qualcosa solo da dove ti ho fatto la domanda." Mi sorride e mi accarezza la spalla. I brividi corrono lungo la mia pelle, la carezza mi fa sentire tutto, e il cuore batte ancora più forte.
Arriviamo al locale: una vecchia serra tutta in vetro, con luci di Natale appese ai profili e piante che decorano l’interno. La location è davvero bella, intima, ma quasi vuota a quest’ora. L’ultima coppia sta uscendo.
"Lilli, ma non è chiuso?" le chiedo, ma non finisco neanche la frase che il barista ci saluta con un sorriso amichevole: "Ciao, Daniela! Scusa il ritardo, ma questa volta il meeting era interessante!"
Lilli, con naturalezza, risponde: "Ti presento Fede."
"Piacere," dico, sorridendo. Daniela mi saluta con la stessa gentilezza.
"Accomodatevi. Per te, Lilli, il solito?" chiede la barista.
"Si, grazie," risponde lei. Poi si rivolge a me: "E per te, Fede?"
"Come Lilli, grazie," rispondo, ancora un po' sopraffatta dalla situazione.
"Ok, perfetto, allora due Spritz," dice Daniela, e ci sediamo, mentre il locale si riempie di una calma che mi avvolge.
"Allora, Fede, dimmi di te..." Inizia così la nostra chiacchierata. Parliamo del più e del meno, e in men che non si dica, le lancette dell'orologio sembrano volare. Mi accorgo che è tardi, così mi alzo per fare una chiamata a casa e salutare i bambini. Esco dalla serra e, mentre parlo con Paolo, la osservo di sfuggita.
Ha i capelli castano chiaro, raccolti in un'acconciatura semplice, e un trucco che le esalta gli occhi, che sono davvero ipnotici. Le sue labbra giocano con la cannuccia del suo bicchiere, e ogni piccolo movimento mi fa desiderare qualcosa che non avevo mai cercato prima. Indossa un vestito blu che la avvolge e mette in risalto le sue forme. Le gambe sono accavallate, avvolte in calze color carne, e le scarpe, un paio di décolleté blu come il suo vestito, completano il tutto. È elegante, sensuale, ed è impossibile non notarla.
Mi rendo conto che la sto fissando troppo, ma è come se avesse un magnete invisibile. Distolgo lo sguardo, ma, inevitabilmente, ritorno a fissarla. Il mio corpo inizia a mandarmi segnali che non avevo mai provato prima. Archiviato il discorso con la famiglia, respiro profondamente e torno da lei.
Non appena mi siedo, mi accorgo che Lilli ha ordinato un altro giro. Non reggo molto l’alcol, così glielo dico subito. "Tranquilla, ci sono qui io," mi risponde lei, con un sorriso che mi fa tremare.
"È questo il fatto..." mormoro, abbassando lo sguardo, sperando che non mi senta. Ma lei ha capito perfettamente cosa voglio dire, e mi risponde, con un sorriso che mi fa venire i brividi: "Appunto." Sentì la sua mano sulla mia.
A quel punto, la mia mente smette di razionalizzare. Mi ripeto dentro di me: "Sto flirtando con una donna che non conoscevo nemmeno mezz’ora fa? Ma cosa sto facendo? Non ti piacciono le donne… non vorresti o non dovresti andare a letto con lei? ma che dico!!!" Ma non riesco a rispondere a queste domande. Una parte di me è confusa, ma l’altra vuole scoprire, conoscere, non lasciar perdere questa occasione.
Proprio in quel momento, Daniela entra nella saletta dove siamo sedute. "Ragazze, io vi lascio," dice, sorridendo. "Lilli, ci pensi tu?"
"Si, tranquilla, Daniela, come al solito, vai tranquilla," risponde Lilli, con una naturalezza che mi sorprende. "Scusami, Fede, ma conosci così bene Daniela?" le chiedo, incuriosita.
"Si, è una mia vecchia amica. Ogni tanto la aiuto con il locale," mi spiega Lilli. "Vai tranquilla, sono di casa qui." Mi rilasso un po’ quindi.
Il locale è accogliente, intimo, e la privacy è rispettata. I vetri all'esterno non lasciano intravedere nulla di quello che succede dentro. In qualche modo, mi sento più sicura. Nessuno potrà mai scoprire cosa accade tra di noi.
Mi avvicino a lei con un pretesto, guardando la sua collana. "Bella, sono perle?" le chiedo, sfiorandole il petto con la mano mentre lo dico.
"Si," risponde lei, con un sorriso che mi fa sciogliere. "Arrivano dall’Australia. Hai visto che colore?"
Mi avvicino ancora di più, per guardarla meglio. Il mio viso è a pochi centimetri dal suo. Il suo profumo è intenso, inebriante. Imbarazzata, guardo la sua collana, ma in realtà non so cosa fare. Sono in una zona off-limits, ma non riesco a fare un passo indietro. Il battito del mio cuore accelera, mentre cerco di non perdere il controllo.
Chiudo gli occhi, il fiato corto, e mi allontano di qualche passo. Ho bisogno di respirare, di sottrarmi a un vortice di emozioni che non so decifrare. Ma Lilli non me lo permette. Si alza subito, mi raggiunge, e con una mano ferma la mia fuga. Le sue dita si intrecciano alle mie, delicate ma decise, costringendomi a voltarmi verso di lei.
Ora siamo lì, in piedi, una di fronte all'altra, così vicine che riesco a percepire ogni sfumatura del suo profumo. Nonostante i miei tacchi, sono appena più bassa di lei. I suoi occhi sono fissi nei miei, mi scrutano, mi parlano, e forse mi desiderano. Non c’è bisogno di parole. Nessuna di noi osa rompere il silenzio. Ci osserviamo, ci studiamo, come se fossimo sul punto di iniziare qualcosa di inevitabile.
Deglutisco, e il gesto si riflette in lei, sincronico e involontario. Le sue labbra si schiudono appena, il respiro lento e profondo. Il profumo della sua pelle mi invade i sensi, un richiamo irresistibile. Chiudo gli occhi e, con le mani tremanti ma audaci, le sfioro il corpo. Parto dal petto, un tocco lieve, per poi risalire fino alle spalle. Lei resta immobile, come in attesa. Mi osserva, attenta, e non dice nulla. Ma il suo respiro cambia, diventa più rapido, più intenso. Si morde il labbro, un gesto che fa tremare le mie certezze.
Con le dita mi avventuro verso il suo collo, toccando la collana che lo adorna, poi lascio che il mio tocco si adagi sulla sua pelle, seguendo il contorno del vestito. L’aria attorno a noi si fa densa, quasi palpabile, e il tempo sembra fermarsi.
Ed è Lilli, questa volta, a muoversi. Le sue mani si posano su di me, incerte ma decise, come se sapessero dove andare. I suoi gesti sono impercettibili, eppure chiari, pieni di esperienza e intenzione. Mi sfiora il petto, le spalle, scivola lungo il fianco. Quando il suo tocco arriva alla mia schiena, un brivido mi attraversa.
Ci stiamo scoprendo, due donne, lì, nel mezzo del locale, ignare di tutto ciò che ci circonda. Non esistono rumori, non esistono sguardi indiscreti. Esistiamo solo noi, avvolte in un silenzio che urla ciò che non diciamo.
"Ti ho desiderata da quando ci siamo incontrate," sussurra Lilli con una voce bassa, sensuale, che sembra accarezzarmi l’anima.
Rimango immobile per un istante, incredula. Poi un sorriso si disegna sulle mie labbra, spontaneo, quasi timido. "Anche io," le rispondo, con un filo di voce, "anche io ho pensato la stessa cosa."
Quelle parole spezzano ogni esitazione. Il coraggio che fino a quel momento sembrava mancarmi finalmente prende il sopravvento. Mi avvicino lentamente, il cuore che batte forte nel petto. I miei occhi incontrano i suoi ancora per un istante, poi li chiudo, e le mie labbra si posano sulle sue in un bacio lieve, quasi timoroso. Un tocco fugace, come una domanda in attesa di risposta.
E la sua risposta non tarda ad arrivare. Lilli mi risponde con dolcezza, le sue labbra si muovono contro le mie con una sicurezza che mi fa tremare. I nostri baci si susseguono, sempre più intensi, sempre più avidi. È come se ogni respiro, ogni pausa, fosse troppo lunga. Le sue mani si posano sul mio viso, le mie scivolano sui suoi fianchi.
Le nostre labbra restano attaccate, incapaci di separarsi.
Le nostre lingue si cercano, si intrecciano, come in una danza silenziosa e perfetta. Non c’è più niente, nessun altro. Solo noi, avvolte in un abbraccio che sa di desiderio e scoperta, di un’emozione nuova, diversa, potente.
Mentre ci baciamo, un sorriso mi sfugge tra un respiro e l’altro. È una gioia che non riesco a contenere, il piacere di vivere finalmente qualcosa che forse ho desiderato per troppo tempo. Le nostre mani si muovono come guidate da un’istintiva sincronia. Le mie scivolano lungo le sue braccia scoperte, seguono la linea delicata della sua pelle. Poi prendo le sue mani tra le mie e le porto al mio seno. Voglio sentirla, più intensamente. Lei non esita. Le sue dita si muovono con dolce fermezza, e il mio respiro si fa più veloce.
Lilli, senza smettere di guardarmi negli occhi, si alza leggermente il vestito, lasciandolo scivolare quel tanto che basta per appoggiarsi al tavolino dietro di lei. È un gesto che trasuda sensualità, un invito esplicito e irresistibile. Il reggicalze bianco si rivela. È sensuale, irresistibile, e la visione mi lascia senza fiato.
Non riesco a trattenermi. Le mie mani si posano sulle sue gambe, accarezzando la pelle nuda al di sopra delle calze. È liscia, calda, una tentazione troppo grande. Lilli si lascia andare, un piccolo gemito sfugge dalle sue labbra, e il suono mi scuote nel profondo.
Attorno a noi, il mondo resta in silenzio. Si sentono solo i rumori dei nostri respiri, dei piccoli gemiti che sfuggono involontariamente, e il suono umido e dolce dei nostri baci. Il resto non esiste. Il resto non importa.
Non so neanche come sia successo, ma all’improvviso sento le sue mani sulla mia schiena. È un tocco leggero, quasi impercettibile, ma sufficiente a far scorrere la zip del mio vestito. Un brivido di freddo mi attraversa, e solo allora mi accorgo che il tessuto scivola giù, scoprendo le spalle e fermandosi appena sotto il seno, ancora coperto dal reggiseno.
Lilli non si ferma. Con una sicurezza disarmante, le sue dita si posano sul gancetto del reggiseno, dietro la mia schiena. È un gesto preciso, deciso, e in un attimo il reggiseno si slaccia, scivolando a terra. Non riesco a nascondere il senso di vulnerabilità che mi invade. Mi sento nuda, fragile, completamente esposta ai suoi occhi.
Lei, però, non mi lascia troppo spazio per il disagio. Le sue mani risalgono verso il mio viso, il tocco delicato delle sue dita sul collo e sulle guance è quasi rassicurante. Si avvicina, i suoi occhi fissi nei miei, e sussurra: "Sei fantastica."
Resto immobile, senza sapere cosa rispondere. Le parole si bloccano in gola. La guardo, incapace di distogliere lo sguardo, e finalmente trovo il coraggio di confessare ciò che ho sempre taciuto: "È la mia prima volta."
Lilli sorride, un sorriso che sa di dolcezza e di promessa. "E sarà stupenda, te lo assicuro," mi risponde con voce calda, rassicurante. E io mi lascio andare.
Le sue mani si posano sul mio seno, morbide, decise, come se sapessero esattamente cosa fare. Mi abbandono al suo tocco, ai suoi gesti sicuri e pieni di cura. La sua bocca segue le sue mani, le labbra si posano leggere sulla mia pelle. È un contatto nuovo, intenso, che mi scuote e mi fa sentire viva come mai prima.
Lilli risale con le sue labbra, lasciando una scia di baci leggeri sul mio collo. Un sorriso mi sfugge, spontaneo. È una sensazione che non avevo mai provato così. Sono abituata agli uomini, ai loro gesti spesso decisi e bruschi, ma quello stesso tocco, fatto da una donna, è diverso. Più sensuale, più delicato, quasi romantico.
Mi sento rinvigorita, come se qualcosa dentro di me si fosse risvegliato. Non penso a niente. Non al tradimento, non a mio marito, non ai bambini che mi aspettano a casa. In questo momento c’è solo Lilli, solo il desiderio di vivere ogni istante con lei. È un pensiero limpido, una certezza che scaccia via ogni ombra di dubbio.
Con un gesto deciso, mi tolgo completamente il vestito. Lo lascio scivolare fino ai piedi, e con due piccoli passi mi libero di esso. Ora sono lì, davanti a lei, vestita solo delle mutandine, delle autoreggenti e degli stivali. Non mi sono mai sentita così forte, così libera, così audace.
Le mie mani, finalmente sicure, si posano sui suoi fianchi. Accarezzo la sua pelle, scoprendo con il tatto una morbidezza che non avevo mai immaginato. Lilli, con un gesto leggero, mi aiuta a sfilare le sue mutandine. Lo fa con naturalezza, come se il momento lo richiedesse, e nei suoi occhi leggo una sorpresa mista a piacere per il mio coraggio.
Stringo le sue mutandine tra le dita, e senza pensarci le porto al naso. Voglio sentire il suo profumo, quel qualcosa che la rende unica, intima, reale. È inebriante. Un sorriso mi si dipinge sul volto mentre stringo il tessuto umido nel palmo della mano. "Buon segno," penso, e il mio cuore batte più forte.
Lilli mi guarda, e nei suoi occhi vedo una luce che riflette la mia stessa audacia, lo stesso desiderio bruciante.
Mi inginocchio davanti a lei, trovando un equilibrio instabile ma deciso sui miei tacchi. Lilli, intanto, si accomoda sul tavolino, appoggiando le braccia dietro la schiena e inclinando la testa all’indietro con una naturalezza che trasuda fiducia.
Le prendo una gamba tra le mani, sfiorandola con le dita, e poi con le labbra. Un bacio leggero sul collo del piede, quasi un gesto di devozione, prima di sfilarle la scarpa. Le mie mani iniziano a muoversi lentamente, trasformando quel momento in una carezza che si fa massaggio, un rituale intimo e romantico. Ripeto lo stesso gesto con l’altra gamba, senza fretta, assaporando ogni istante.
Lilli sembra apprezzare. Il suo respiro si fa più profondo, e la curva del suo collo, inarcato all’indietro, parla di piacere. Sorrido tra me e me. Mi piace vederla così, abbandonata alle mie attenzioni.
Le mie mani, ora più sicure, risalgono lungo le sue gambe. Sotto la velatura delle calze color carne sento la morbidezza della sua pelle, una sensazione che mi cattura. Quel sottile strato di tessuto, così delicato, mi fa immaginare di toccare la mia stessa pelle. È una sensazione che mi accende, che rende quel gesto ancora più intimo.
Con un tocco leggero, quasi una richiesta silenziosa, spingo appena contro le sue ginocchia. Lilli capisce, e con un piccolo movimento, mi aiuta ad aprirle leggermente. E lì, davanti ai miei occhi, si svela la sua intimità.
Resto immobile per un attimo, sopraffatta dalla bellezza e dalla vulnerabilità di quel momento. La mia mente è vuota, il corpo completamente presente. Mi preparo a esplorare, a scoprire, a vivere un desiderio che non avevo mai conosciuto in questo modo.
È un bacio diverso, nuovo, con un sapore che mi sorprende. Un gusto che, in qualche modo, mi ricorda il mio. La scoperta mi piace, mi incuriosisce, mi spinge a ripetere il gesto, ancora e ancora. Sfioro prima un labbro, poi l’altro, con delicatezza, come se stessi imparando qualcosa di sacro.
Poi, senza pensarci troppo, lascio che la mia lingua esplori, accarezzando quelle labbra gonfie e morbide. All’inizio mi aiuto pensando a quello che amo ricevere, cercando di imitare i gesti di chi mi conosce. Ma presto tutto diventa naturale. Mi lascio trasportare dall’istinto, dai segnali che il suo corpo mi manda. Ogni suo respiro, ogni piccolo movimento, guida le mie azioni.
E poi lo trovo. Il punto che conosco bene, quello che per noi donne è come una chiave segreta il clitoride. La mia lingua inizia a giocare, a esplorare, con attenzione ma anche con un desiderio crescente. Lilli è incredibilmente sensibile. Ad ogni mio movimento, il suo corpo reagisce con piccoli spasmi, come se fosse attraversato da scosse elettriche. La sua risposta mi eccita, mi spinge a continuare.
"Mi piace, tesoro, sei bravissima… continua," sussurra con voce rotta, e quelle parole mi accendono ancora di più. Non ho bisogno che me lo dica due volte.
Incoraggiata, prendo più iniziativa. Lascio che le mie dita si uniscano alla danza, accarezzando, massaggiando con una delicatezza crescente. Le sue labbra, la sua pelle, tutto mi sembra perfetto sotto il mio tocco. È come se stessi scoprendo un linguaggio nuovo, fatto di piacere e di connessione.
"Che bello," penso, mentre mi abbandono a questo momento unico, un’esperienza che non avrei mai immaginato di vivere ma che ora non vorrei finisse mai.
Le mie mani sembrano mosse da una volontà autonoma, guidate soltanto dalla forza della passione che domina il mio corpo. Mi avvicino a lei lentamente, il cuore che batte forte, e lascio che le mie labbra sfiorino delicatamente il suo collo. Mi soffermo sul lobo del suo orecchio, lasciandole un bacio leggero, prima di sussurrarle: “Sei stupenda…”.
Lilli accoglie le mie parole inclinando il capo, offrendo il collo e abbandonandosi completamente al momento. Le mie mani scivolano lungo la sua schiena, cercando con delicatezza il modo di liberarla da quel vestito che la avvolge come una seconda pelle. Con il cuore in gola, trovo la zip nascosta tra i lembi del tessuto. Inizio ad abbassarla con movimenti lenti, quasi impercettibili, un millimetro alla volta, assaporando ogni istante.
Quando finalmente la zip è aperta, le mie dita scivolano all’interno del vestito. La sensazione della sua pelle sotto i miei polpastrelli è come una scossa elettrica: morbida, calda, viva. Al mio tocco, Lilli rabbrividisce, e un leggero tremito si diffonde sulla sua pelle. Anche per lei questo momento è intenso, lo sento dal modo in cui si lascia andare, respirando profondamente e vivendo l’istante con tutta sé stessa.
Nonostante la sua esperienza con altre donne, capisco che questa volta è diverso anche per lei. C'è qualcosa di nuovo, di più profondo, che ci lega in questo momento. Lei mi lascia fare, asseconda i miei gesti con una grazia quasi innata. Io, invece, procedo con cautela, un po’ impacciata ma determinata. Con qualche esitazione, riesco a far scivolare il vestito lungo il suo corpo fino a scoprire il seno, avvolto in un reggiseno di pizzo bianco.
Il tessuto trasparente lascia intravedere i suoi capezzoli rigidi, e la vista mi toglie il respiro. C'è un’intimità nuova, un'emozione che supera ogni parola, e in quel momento tutto il resto svanisce: esistiamo solo noi, intrecciate in una danza di desiderio e vulnerabilità.
Mi stacco lentamente dal suo collo e mi allontano di poco per ammirare il suo seno pieno e maturo, avvolto in un intimo di raffinata eleganza. I miei occhi si soffermano sui dettagli del reggiseno, un capo di grande pregio che dimostra un gusto impeccabile. Anch'io apprezzo la bellezza dell'intimo di qualità, e in questo Lilli non mi delude affatto.
Le mie mani, attratte come se fosse un magnete, si muovono verso quel seno con delicatezza. Inizio ad accarezzarlo dolcemente, esplorando con dita leggere la morbidezza della pelle. Nel frattempo, le mie labbra si avvicinano alla parte superiore del seno, dove il tessuto lascia spazio alla pelle nuda. Comincio a baciarla con attenzione, come se ogni sfioramento fosse un rituale.
Il corpo di Lilli reagisce con un’intensità che non lascia spazio a dubbi. Sento il calore che si irradia dalla sua pelle, la tensione sottile che accompagna ogni mio gesto. C'è passione e ardore in ogni suo movimento, un dialogo silenzioso che mi invita a continuare. Il suo respiro si fa più profondo, e io mi lascio guidare da questa intima connessione che ci unisce in un momento di pura complicità.
La sua mano si posa delicatamente sul mio viso, le sue dita sfiorano la mia pelle con una dolcezza che mi fa chiudere gli occhi per un istante. Con un gesto attento, sposta una ciocca di capelli ribelle e me la sistema dietro l’orecchio. È un gesto semplice, ma in questo momento assume un significato profondo. Ora la sua mano passo sopra la mia nuca. Quando una persona, maschio o femmina, ti accarezza così e mette la mano in quella posizione con una leggera forza, è un linguaggio silenzioso, inequivocabile.
Alzo lo sguardo verso di lei, un sorriso appena accennato sulle labbra, e mi lascio guidare dalla sua mano. Con naturalezza, mi ritrovo con il viso tra le sue gambe, sentendo il calore del suo corpo che mi avvolge. Questa volta è lei a prendere l’iniziativa, con movimenti sicuri e al tempo stesso pieni di grazia. Le sue mani si muovono per aprirsi, esponendo quella parte di sé che desidera essere accarezzata.
Non aspetto un secondo invito. Le mie labbra si avvicinano, la mia lingua riprende quei gesti lenti e sensuali, con una maggiore consapevolezza rispetto a prima. Ogni movimento è studiato, ma spontaneo, guidato dal desiderio di darle piacere. Sento la sua risposta nei piccoli spasmi del suo corpo, nel ritmo crescente del suo respiro.
Ora è Lilli a prendere l’iniziativa. Si alza con un movimento deciso, afferra il vestito e lo lascia scivolare a terra. Rimane davanti a me in intimo, con un reggiseno che esalta le sue forme, reggicalze e calze che sottolineano la sua figura. In quel momento, appare come una dea. Mi sento a mio agio con lei, completamente catturata dalla sua presenza. Nonostante la differenza di età, il suo corpo è incredibilmente tonico e curato, un esempio di bellezza e sicurezza che non posso fare a meno di ammirare. Per un istante mi sorprendo a pensare: "Alla sua età, voglio essere come lei."
Si gira verso di me, prende delicatamente la mia mano e con uno sguardo complice mi invita a seguirla verso una panca a bordo stanza. Si siede con eleganza su di essa, i suoi movimenti pieni di grazia e intenzione. Con un dito, mi sfiora dalle labbra, seguendo una linea immaginaria lungo il mio corpo. Il suo tocco è un chiaro invito, un richiamo a seguirla, e io non posso fare altro che obbedire.
Mi posiziono sopra di lei, seduta. Le mie ginocchia affondano nel cuscino della panca, e mi trovo esattamente sopra il suo corpo. Il suo viso è all’altezza del mio seno, e sento il calore del suo respiro avvolgermi. Quasi senza pensare, le metto le mani intorno al collo, lasciandomi guidare dal desiderio. Giro la testa di lato, sposto i miei capelli su una spalla, e poi mi avvicino di nuovo a lei. Le nostre labbra si incontrano in un bacio profondo, sensuale, mentre le nostre lingue si intrecciano in un ritmo che sembra naturale, quasi inevitabile.
Le sue mani mi avvolgono, stringendomi in un abbraccio che sembra voler fondere i nostri corpi. Scivolano lentamente dalla mia schiena, fino a posarsi sui miei glutei. Li massaggia con un tocco che è al tempo stesso delicato e deciso, un gesto che mi fa sentire completamente sua. Non è come il tocco frettoloso e aggressivo a cui ero abituata dagli uomini; il suo modo di accarezzarmi è paziente, attento, pieno di intenzione.
Le sue mani continuano il loro viaggio, scendendo lungo i miei glutei fino a raggiungere da dietro le parti più intime del mio corpo. Con movimenti delicati ma sicuri, esplora ogni centimetro, finché le sue dita non trovano la mia patatina. Inizia a massaggiarla lentamente, sfiorandola con una dolcezza che mi toglie il respiro. Di tanto in tanto, entra con un tocco più profondo, e ogni volta una scossa elettrica attraversa il mio corpo, lasciandomi senza fiato.
Nel frattempo, il mio corpo risponde con una naturalezza che mi sorprende. Muovo il bacino in un ritmo che simula una penetrazione, strofinandomi contro le sue gambe con un bisogno crescente. Le sue mani, sempre più sicure e presenti, si immergono in me con una profondità che aumenta il mio piacere. Mi sento completamente bagnata, eccitata. Sto godendo con una donna, penso, e non c'è nulla che desideri di più in questo momento.
Lilli mi prende per mano, mi solleva con delicatezza e mi fa sedere, posizionando la mia schiena contro il suo seno. Ora le sue mani si muovono con sicurezza, avvolgendomi da davanti. Abbasso lo sguardo e vedo le sue dita che circondano il mio seno, soffermandosi sui capezzoli. Li stuzzica con pizzicotti leggeri, facendomi sobbalzare ad ogni tocco. Il calore del suo tocco e la pienezza delle sue mani sul mio corpo mi eccitano profondamente. Ho sempre saputo di avere un bel seno; anche Paolo me lo ripete spesso, ma ora lo sento veramente.
Le sue mani, sincrone e decise, scendono lentamente lungo il mio corpo, accarezzando l’interno delle cosce, aprendomi con dolcezza. Sento il suo fiato caldo sul collo, e le punte dei suoi capelli che mi sfiorano le spalle mi provocano un leggero solletico. Sorrido, un sorriso che trasmette puro piacere e abbandono. Con le mie mani le accarezzo le gambe velate con la punta delle dita disegnando delle figure astratte. Una delle sue mani si sofferma sulla mia patatina, riprendendo il massaggio delicato di prima, mentre l’altra risale verso il seno, afferrandolo con sicurezza. In questo momento mi sento completamente sua, il suo tocco mi possiede, e io lo desidero.
Si avvicina al mio viso, baciandomi la guancia per poi sfiorare il lato della mia bocca. Le nostre lingue si cercano e si trovano, intrecciandosi in un bacio intenso e profondo. Ora la sua mano sulla mia patatina accelera il ritmo, massaggiando la parte esterna, vicina al clitoride, mentre ogni tanto si addentra dentro di me. Sento un'onda crescere dentro di me, un fiume in piena che preme per liberarsi. Lei lo avverte e inizia a muovere il bacino, simulando una penetrazione che amplifica la mia eccitazione.
Finalmente, tutto si blocca per un istante, un momento sospeso in cui il fiume dentro di me raggiunge il culmine. Un’ondata di piacere mi travolge, facendomi sorridere e piangere al tempo stesso. Non riesco a capire più nulla, travolta dall’intensità di un orgasmo devastante come non ne avevo mai provati prima. “Oh mio Dio…” sussurro, “Oh sì… ancora…”. Sono su un altro pianeta, completamente persa nel piacere.
Lilli mi guarda compiaciuta, con un sorriso che esprime una tranquilla soddisfazione. Le sue mani sono umide dei miei umori. Notando questo dettaglio, provo un leggero imbarazzo, ma lei, con un gesto sensuale, porta le dita alla bocca, baciandole con lentezza. I nostri sguardi si incrociano, e io, senza esitazione, seguo il suo esempio. Prendo le sue dita e le bacio anch'io, il gusto mi sorprende e mi avvicina ancora di più a lei.
“Hai un buon sapore, sai, Fede?” sussurra con un sorriso intrigante, e io non posso fare a meno di sorriderle, ancora scossa dalla bellezza di quel momento.
Mi stringe in un abbraccio forte, intenso, e restiamo così, immobili, entrambe a fissare il vuoto. Il suono del cucù del locale rompe il silenzio. È tardi. “Giusto in tempo”, dico a Lilli, sorridendole con dolcezza. Ci alziamo, ma l’aria tra di noi si riempie di un leggero imbarazzo. È difficile salutarsi dopo una serata come questa, e nella mia testa cerco disperatamente qualcosa da dire per uscire da quel momento sospeso.
In silenzio, ci ricomponiamo, tornando sui nostri passi alla ricerca dei vestiti sparsi qua e là. Ci rivestiamo, ogni gesto accompagnato da sguardi furtivi e timidi sorrisi. Ora siamo in piedi, una di fronte all’altra, pronte per uscire. Il mio viso è arrossato, e l'atmosfera sembra averci trasformate di nuovo in due sconosciute. È tempo di tornare alla vita reale.
Faccio un passo avanti, rompendo la distanza che si era creata. L’abbraccio è tenero, quasi amichevole, ma non posso fare a meno di inspirare profondamente per catturare ancora una volta il suo profumo, ora mescolato al mio. La luce della luna filtra dalle finestre, illuminandoci in quel momento di addio. Lilli mi prende per il viso, sollevandomi delicatamente il mento. “Va’ che sei in debito con me, tesoro…” sussurra con un sorriso che scioglie ogni tensione. Ha trovato le parole giuste, togliendo di mezzo l’imbarazzo dei saluti finali. Ridiamo insieme, e il calore del momento ci avvolge ancora una volta.
Un bacio sulla guancia sancisce la nostra separazione. Mentre mi giro per andarmene, le dico con un pizzico di leggerezza: “Ricordati di chiudere…”. “Sarà fatto”, risponde prontamente, la sua voce colma di un’allegria che mi conforta. Mi fermo, voltandomi per un ultimo sguardo, e con un gesto volutamente seducente inclino il corpo, assumendo una posa più intrigante. “Non mi piace lasciare debiti… troverò il modo di saldarli…” aggiungo, un sorriso enigmatico sulle labbra.
Mi giro, lasciando che i capelli seguano il movimento fluido della mia testa, e apro la porta per uscire. La lascio volutamente socchiusa, desiderando che Lilli mi guardi andar via. Non mi sbaglio: sento il cigolio della porta che si riapre, e con la coda dell’occhio la vedo appoggiata allo stipite, i suoi occhi che seguono ogni mio passo. Accenno una camminata più sexy, il sorriso timido che mi illumina il volto. Abbasso lo sguardo, consapevole del suo sguardo su di me, e torno alla vita vera, portando con me ogni istante di questa serata indimenticabile.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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